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Alimenti ultra-processati, meglio starci attenti!

Aggiornamento: 31 ago 2022

Nel 2010 è stata introdotta per la prima volta una classificazione, chiamata “NOVA”, che consentiva di suddividere gli alimenti trasformati in categorie diverse, in relazione al tipo di lavorazione effettuata per produrli, conservarli o modificarli.

In particolare, gli alimenti sono suddivisi in 4 gruppi:



Quindi, cosa si intende per alimenti ultra-processati?

Sono tutti i prodotti che presentano 5 o più ingredienti sulla propria etichetta e solitamente vi sono in più delle sostanze che non si userebbero normalmente per la loro preparazione. Sono tutti prodotti caratterizzati da un’iper-appetibilità ed iper-palatabilità, in grado di creare una sorta di dipendenza dovuta alla presenza di additivi, ma anche grazie alla loro consistenza soffice o croccante innescano il desiderio di incrementarne il consumo.


Uno dei principali motivi per i quali i prodotti ultra-processati sono estremamente interessanti ed invitanti è la loro formulazione, infatti vengono definiti spesso “Ready-to-eat”, il che vuol dire che sono pronti da mangiare, da bere o da riscaldare, il tutto avviene a scapito della qualità nutrizionale estremamente compromessa in termini di impatto calorico e di micronutrienti.



"Buoni", ma quanto costano alla nostra salute?

Nello scenario alimentare attuale, la disponibilità di cibi altamente processati è aumentata significativamente. Questo fenomeno ha coinciso con un cambiamento delle abitudini alimentari dei consumatori in favore di alimenti industriali, per motivi di praticità, gusto e convenienza economica.


Il consumo di questa tipologia di prodotti risulta abituale, in sostituzione dei cibi freschi, perdendo di vista il modello di alimentazione tradizionale. Dal punto di vista nutrizionale, infatti, le principali problematiche dei cibi ultra-processati risiedono nell’elevato apporto di zuccheri, sale, grassi saturi e additivi, un basso apporto di nutrienti e fibra, oltre che un basso potere saziante che si associa ad un incremento dell’assunzione calorica giornaliera. Un elevato consumo di questi prodotti è stato dimostrato da diversi studi essere predittivo di una bassa qualità della dieta e di un maggior rischio di sovrappeso, obesità e patologie correlate.


Le scelte migliori per la nostra salute rimangono prodotti poco elaborati, di buona qualità, che rispettino la stagionalità per fornirci tutti i micronutrienti che ci occorrono e che rispettino il pattern Mediterraneo o plant-based.



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